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martedì 15 marzo 2011

Io parlo e tu non mi ascolti

Parlare è facile. Relativamente facile ovvio. Ci sono cose che sono come macigni dentro di te e tirarle fuori, a volte, richiede uno sforzo emotivo non indifferente, ma prima o poi, bene o male riesci a buttarle fuori e a condividerle con qualcuno. Il problema è che ascoltare è molto più difficile. Ascoltare è come mettere in pratica una ricetta complicata. 
1) ci va una buona dose di tempo. Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo e, sinceramente, ne sprechiamo molto in cose futili. Bisognerebbe mettersi in testa che ascoltare un'altra persona non è MAI tempo sprecato
2) si deve porre attenzione sincera verso l'altro. Non si può far finta di ascoltare. Non si dovrebbe fingere di ascoltare. I problemi, le preoccupazioni, i dispiaceri, le gioie di un'altro individuo, anche se per me non hanno importanza per lui, forse, sono tasselli essenziali della sua vita. Dai amore e attenzione agli altri se vuoi che il mondo ti ripaghi con la stessa moneta.
3) ci va comprensione. Anche se il tuo interlocutore non la pensa come te stallo a sentire. Cerca di capire il suo punto di vista senza imporgli il tuo
4) dispensa consigli, quando richiesti, e non giudizi. Non si dovrebbe mai mettersi su di un piedistallo quando una persona ti apre il proprio cuore e ti regala le sue emozioni. Non siamo giudici. I consigli vanno dati se richiesti e non imposti come legge. Si dovrebbe rispettare e curare la sensibilità del prossimo e non schiacciarla .
Ascoltare, condividere e comprendere è un atto di amore, rispetto e comprensione. Basta poco in fondo. Molto poco. Il mare in fondo è fatto di tante piccole gocce. E anche una goccia sola può dissetare un fiore inaridito.

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